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Teatro Vascello: 'Il ritorno a casa' di Harold Pinter - Recensione

Teatro Vascello: 'Il ritorno a casa' di Harold Pinter - Recensione

Autore: Susanna Schivardi - Redazione Cultura
Data: 28/03/2015 14:52:13

La regia di Peter Stein riporta Il ritorno a Casa di Harold Pinter sulle scene del Teatro Vascello, dopo il debutto al 56esimo Festival di Spoleto del 2013, con un cast di attori eccezionali: Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Antonio Tintis, Elia Shilton, Andrea Nicolini, Arianna Scommegna, con la produzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana.

Dal 24 al 29 Marzo il teatro ripropone questo testo molto attuale che apre varchi immensi sulla comprensione impossibile dei rapporti malati, all’interno di una famiglia. La scenografia si snoda in un modello plastico di detto e non detto, il piano di sopra, l’elemento visibile, e il piano di sotto, quello nascosto e invisibile. Là si sviscera la verità dei rabbiosi rapporti tra uomo e donna che in questo testo profondissimo prende spunto da una vicenda apparentemente innocua.

Un padre rimasto solo con tre figli e il quarto in America, fuggito per trovare una vita migliore. In questo ambiente tutto al maschile dove serpeggia la rabbia, il cinismo, il surrealismo, il padre Max è il patriarca crudele, inasprito dalla vita e dalla perdita troppo prematura della moglie che ha lasciato la casa per consegnarla all’oblio dell’incuria. I tre fratelli, uno ritardato, il secondo appassionato inutilmente di boxe e il terzo, forse l’unico con un po’ di cervello ma abbandonato a se stesso, sono la cornice entro cui la scena si trasforma lentamente in una carneficina psicologica. L’arrivo del quarto fratello, Teddy, con la moglie Ruth, rompe gli equilibri fragili dei maschi della casa ormai imbarbariti dalla mancanza dell’elemento femminile.

Ruth è scaltra, si presenta come santa ma poi non disdegna di fare la prostituta e coinvolge in un gioco al potere i maschi della casa completamente soggiogati dal suo fascino ammaliante. Sul palcoscenico si svolgono due ore di inusitata violenza, la donna vendica il suo ruolo ed emerge altezzosa rispetto ai famelici appetiti sessuali degli uomini che la circondano. L’atmosfera che si respira è quella di un luogo angusto, senza vie d’uscita, dove i personaggi rimangono ingabbiati nelle loro stesse misere esistenze. Teddy tornerà in America da solo, perché la moglie preferirà  soccombere, o tentare di vincere, nella casa che l’ha accolta e dove dimostra di essere la padrona,  piuttosto che crescere i suoi tre figli oltremare.  Interpretazione magistrale degli attori tutti perfettamente integrati con i loro personaggi, dibattuti, unanimemente attratti dalla ferocia di una lotta impari e senza vincitori. 


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